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 “A player like me”: il lato terapeutico dei videogiochi

Xbox Games Studios, insieme con l’organizzazione no profit “Gamers Outreach”, danno vita alla campagna “Beyond Xbox: Therapeutic Play”, mostrando il lato terapeutico dei videogiochi.

Da sempre ormai, il tempo trascorso dai ragazzi sui videogiochi è entrato nel mirino di differenti polemiche. Xbox Games Studios, la famosa azienda di produzione e distribuzione di videogiochi controllata da Microsoft, ha voluto dimostrare la parte bella e terapeutica del consumo delle piattaforme di gaming. 

L’azienda, ha infatti collaborato con l’organizzazione no profit “Gamers Outreach” dando vita alla campagna “Beyond Xbox: Therapeutic Play”, evidenziando come i videogiochi possano essere un ottimo metodo per rendere più leggero e divertente il tempo di recupero di molti bambini e ragazzi negli ospedali. 

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Il gioco è un ottimo strumento di socializzazione e di supporto alle terapie. 

Secondo Zach Wigal – CEO di Gamers Outreach – Il gioco consente attività e connessione sociale in modi che possono supportare il processo di guarigione. In molti casi abbiamo visto i giochi assistere gli operatori sanitari durante le procedure. I videogiochi possono aiutare a ridurre la paura fornendo una distrazione. Vogliamo che ogni ospedale sia attrezzato per fornire facilmente ai bambini le loro attività preferite. La nostra partnership con Xbox supporta questo sforzo per rendere i giochi facilmente accessibili”.

Nello spot creato sotto il nome di “A player like me” ideato dall’agenzia pubblicitaria statunitense “McCann London”, dove si narra la storia di due ragazzi adolescenti, affetti dalla sindrome di Ehlers- Danlosche che si incontrano in un gioco online e socializzano, nonostante i km di distanza.

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