ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, è nata nel 2016 grazie al contributo della fondazione Unipolis e dell’Università di Roma Tor Vergata.
Noi del CRS incuriositi dall’operato dell’alleanza, abbiamo avuto la possibilità di chiacchierare con la dott.ssa Ottavia Ortolani, Responsabile Progetti Comunicazione e Advocacy presso ASviS, e porle alcune domande inerenti al progetto in generale e all’operato di ASviS su più fronti.
- Che cosa rappresenta la Sigla ASviS e qual è la sua mission?
La sigla Asvis è l’acronimo di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, fondata nel 2016, ed ha l’obiettivo di far crescere – nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni – la consapevolezza e l’importanza dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare tutti alla realizzazione dei 17 obiettivi. Per fare tutto ciò, ASviS porta avanti la creazione di una cultura della sostenibilità per orientare i modelli di produzione e di consumo. L’Alleanza riunisce 300 tra le più importanti reti della società civile italiana e, con l’intento di sensibilizzare ampie fasce della popolazione, svolge differenti attività.
Una parte si occupa di statistica e monitoraggio, infatti divulghiamo ogni anno delle pubblicazioni – come il rapporto annuale dell’ASviS l’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, che monitora l’andamento del paese rispetto alla sostenibilità e offre una molteplicità di codici per migliorare le politiche verso la sostenibilità del paese.
Svolgiamo poi esperienze di formazione ed educazione, con delle scuole dedicate ai Sustainability Manager e ai decisori, con dei corsi e-learning sull’agenda 2030, un corso dedicato alle aziende e uno dedicato alla transizione digitale.
Trattiamo inoltre attività di comunicazione e informazione, infatti ASviS ha vari siti internet, tra cui quello principale asvis.it, che pubblica quotidianamente notizie dall’Italia e dal mondo sulla tematica della sostenibilità.
Sempre con l’intento di divulgare e comunicare la sostenibilità e sensibilizzare gli addetti ai lavori, la società civile, le istituzioni e le imprese realizziamo campagne di sensibilizzazione attraverso tutti i nostri canali (newsletter e social media) e organizziamo veri e propri progetti di comunicazione, come collaborazioni con la RAI, l’ANSA e – a livello internazionale – con le Nazioni Unite.
Organizziamo ogni anno il Festival dello sviluppo sostenibile, ovvero la più grande mobilitazione italiana della società civile dedicata alla tematica della sostenibilità e all’agenda 2030, che si svolge in tutta Italia e, dall’anno scorso anche nel mondo, grazie al contributo del Ministero degli Esteri e delle ambasciate italiane. Quest’anno, abbiamo collaborato con l’agenzia Saatchi and Saatchi che ha curato tutta l’attività, abbiamo cercato di utilizzare uno stile meno istituzionale e più empatico, che potesse coinvolgere al meglio le giovani generazioni.
Infine, una parte dell’ASviS si occupa di relazioni istituzionali. Portiamo avanti le nostre proposte di codici, supportiamo le aziende nella decisione della loro strategia per lo sviluppo sostenibile e sosteniamo le regioni, integrando politiche sostenibili a livello territoriale.
- In merito all’evento Expo 20 che attualmente si sta tenendo a Dubai, abbiamo visto che Asvis è tra i partner scientifici del Padiglione Italia dedicato al tema della “bellezza che unisce le persone”. Qual è il ruolo di ASviS in merito e quale contributo sta dando attraverso questa collaborazione?
ASviS come partner scientifico e culturale, insieme ad altri, sostiene il commissariato per individuare tutte le iniziative collegate allo sviluppo sostenibile. In particolare, nel periodo di avvicinamento ad Expo20, abbiamo avuto una collaborazione per identificare insieme i temi principali dell’agenda 2030 e creare un percorso di avvicinamento alla manifestazione di Dubai. Mentre, ora che l’evento è in corso, stiamo organizzando un forum internazionale dedicato ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che si terrà – in streaming – il 18 gennaio. L’evento è in collaborazione con la Commissione Europea e sarà di alto livello internazionale. Ci sarà una parte dedicata alle istituzioni – per favorire il confronto tra il modello italiano e le migliori pratiche internazionali nell’incrementazione dell’agenda 2030 e nella diffusione della cultura e della sostenibilità – e poi sarà interessato il settore privato e il mondo accademico, con il coinvolgimento della rete delle università per lo sviluppo sostenibile.
- In che modo verranno concretamente coinvolti i giovani universitari?
Attraverso un hackathon sui temi dello sviluppo sostenibile. I ragazzi verranno divisi per team, ognuno di loro lavorerà a dei progetti, verrà poi segnalato un vincitore e da lì si valuterà se il progetto vincitore potrà essere concretamente realizzato. Nei nostri canali e attraverso la nostra newsletter presto pubblicheremo tutti gli aggiornamenti dell’evento, il link e il programma.
- In ultimo, parlando invece del Premio San Bernardino, anche quest’anno come nel 2019, siete committenti del project work per le scuole. Com’è andata l’edizione del 2019 e cosa vi aspettate dall’edizione di quest’anno?
L’edizione del 2019 ha coinvolto progetti interessanti e diversi tra loro, avevamo fatto un’accurata selezione per decretare quello vincente, nel complesso era andata molto bene. Per l’edizione di quest’anno, puntiamo a realizzare concretamente alcuni dei progetti in base alle possibilità. Con l’evento del 2021 è per noi fondamentale diffondere la cultura della sostenibilità attraverso modalità di comunicazione innovative; quindi, cerchiamo di essere sempre all’avanguardia e di coinvolgere di più i giovani creativi. Tutto ciò è utile sia per sensibilizzare loro, che per aiutare noi a vedere qual è l’indirizzo e quali gli interessi delle giovani generazioni, per creare delle sinergie muovendoci insieme verso uno stesso obiettivo.
credits copertina: https://asvis.it/