Nella giornata mondiale del riciclo, vogliamo raccontare l’esempio virtuoso del Gruppo Caviro, la più grande Cantina d’Italia che, con oltre 50 anni di storia, è la prima azienda di vino del Paese, impegnata da anni nel recupero dei sotto-prodotti derivati dalla filiera vitivinicola.
Un esempio unico di filiera integrata e perfetta economia circolare, fondata a Faenza nel 1966, con la missione di valorizzare le uve dei propri soci viticoltori che vengono guidati a produrre le varietà di interesse per i diversi mercati con attenzione alla qualità e ad un ridotto impatto ambientale, ha ridotto quasi a zero l’impatto ambientale della propria attività, tramite il recupero, la valorizzazione e la trasformazione dei sotto-prodotti.
Parliamo di un gruppo che conta 35.200 ettari vitati, 12.000 viticoltori e ha 29 soci totali, di cui 27 cantine, prima in Italia per quota di mercato e che esporta in oltre 80 Paesi.
Dalla lavorazione del vino si ottengono tonnellate di materia prima, come feccia, vinaccia e vinaccioli, pronte ad essere trasformate in ingredienti e prodotti ad alto valore aggiunto.
Attraverso Caviro Extra, il gruppo guida l’innovazione nella ricerca e sviluppo di ingredienti di qualità e di prodotti ad alto valore aggiunto derivati dalla valorizzazione degli scarti delle filiere agro-alimentari italiane
Grazie a competenze tecnologiche e di processo vengono ottenuti alcoli, acido tartarico, enocianina così come polifenoli che diventano nuova materia prima per aziende agronomiche industriali, farmaceutiche, alimentari e beverage di tutto il mondo, cui si aggiunge la valorizzazione dei mosti conferiti dalla filiera.
Le 645 tonnellate di scarti vengono recuperati per il 99% e fanno di Caviro la prima capacità produttiva di alcol etilico in Italia, che viene impiegato nell’industria alimentare, nella cosmesi, nell’industria farmaceutica, in quella chimica, per uso domestico e nel settore energetico.
Inoltre, la partnership con Herambiente consente di raccogliere sfalci, potature e sovvalli dal territorio per produrre energia, elettrica e termica, da fonti rinnovabili rendendo il Gruppo autosufficiente.
Le fonti energetiche rinnovabili prodotte dal Gruppo sono biometano e bioetanolo avanzati, energia elettrica ed energia termica interamente ottenute da scarti produttivi. Pertanto i frutti della terra sono prima destinati al settore alimentare e la parte residua alla produzione di energia.
E quanto rimane viene trasformato in fertilizzanti naturali : gli ammendanti ottenuti dal processo di compostaggio , usati in agricoltura come fertilizzanti naturali, tornano ad arricchire con nuova sostanza organica i vigneti da cui tutto ha avuto inizio.