Uno dei problemi che la nascita e lo sviluppo dei social hanno portato con sé è la visione distorta della realtà che appare quasi sempre al limite della perfezione, ma soprattutto la catalogazione di standard di bellezza irraggiungibili che danneggiano l’autostima di molti utenti.
In tale direzione si muove Dove, brand di prodotti per l’igiene personale, che si schiera contro questa tendenza con l’ideazione di una campagna dal titolo #DetoxYourFeed con la creatività dell’agenzia Ogilvy.
L’idea è nata dall’analisi di dati concreti che affermano come negli USA 2 ragazze su 3 passano molteplici ore sui social network ogni giorno e leggono i contenuti proposti dai creator come modelli di bellezza di riferimento, causando in loro un forte calo dell’autostima personale. Allo stesso tempo però, il ruolo educativo dei genitori sembra venir meno in quanto, secondo sempre questi dati, l’80% dei giovani che si approcciano a queste piattaforme social vorrebbero un supporto genitoriale che li aiuti a leggere correttamente tali contenuti senza fraintendimenti.
La campagna, nasce da un progetto pluriennale realizzato da Dove dal titolo “Dove Self-Esteem Project”. In questo ambito è stato realizzato un mini film dal titolo #ReverseSelfie in cui si racconta l’esperienza che Dove ha fatto vivere ad alcune madri e figlie. Nel film si può notare come le stesse commentano dei video manipolati attraverso la tecnologia Deepfake – che associa parole a persone che non le pronuncerebbero mai- in cui i discorsi delle madri vengono sostituiti con ciò che le influencer dicono sui social al loro pubblico. L’intento è di far capire alle donne cosa ogni giorno le loro figlie sono costrette a sentire sulle piattaforme e le sensazioni che tali parole evocano sulle loro giovani menti.
Leandro Barreto – Global Vice President di Dove – afferma che “Abbiamo creato la campagna #DetoxYourFeed non solo per aumentare la consapevolezza su questi consigli di bellezza tossici, ma anche per aiutare i genitori ad affrontare conversazioni difficili e aiutare gli adolescenti a smettere di seguire i contenuti che li fanno sentire male con sé stessi”.