Ha un senso parlare di responsabilità sociale nel momento in cui il mondo sta rischiando di essere distrutto dalla Terza Guerra Mondiale, che secondo quanto affermato più volte dal Santo Padre “è già cominciata a pezzetti”?
Sicuramente sí, anche perché la responsabilità sociale, che sta interessando sempre più imprese da diverso tempo, dovrebbe essere il primo obiettivo di ogni Stato, che dovrebbe occuparsi dei propri cittadini con l’attenzione e la cura del “buon padre di famiglia”.
La tragedia in corso in Ucraina sembra dimostrare esattamente il contrario.
Gravissima la scelta di attaccare un piccolo paese per quanto di importanza strategica, ma altrettanto grave inviare armi per armare i civili in una resistenza impossibile, condannandoli a morte certa.
Ogni guerra poi è da sempre una guerra di comunicazione e di propaganda, in cui le denunce di efferatezze si mescolano a quelle dell’uso di scudi umani purtroppo ben noto in conflitti simili.
Il rumore di fondo creato da news e fake news contrapposte, il pericoloso uso di accuse che sembrano voler allontanare ogni possibilità di dialogo in cerca della pace sta raggiungendo livelli insopportabili.
L’unico modo per resistere, a questo punto, è ascoltare e riflettere sulle parole di Papa Francesco, augurandoci che non rimanga una “vox clamans in deserto”, perché esprimono il potente desiderio di cambiare l’impostazione delle relazioni umane, secondo un principio di vera responsabilità sociale che presta particolare attenzione all’uso delle risorse.
Cosí ha detto recentemente il Santo Padre:
“Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si è compromesso a spendere il 2 per cento del Pil per l’acquisto di armi come risposta a ciò che sta accadendo. Pazzi…La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali… E’ ormai evidente che la buona politica non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e sopraffazione, no, ma solo da una cultura della cura, cura della persona e della sua dignità e cura della nostra casa comune“.
Dato che il Centro Responsabilità Sociale San Bernardino si occupa anche e soprattutto di comunicazione, si ritiene doveroso ricordare come le campagne in occasione dell’8xmille siano un eccellente esempio di quanto la Chiesa già fa per “la cura della persona e della sua dignità”, raggiungendo una sapiente capacità di coniugare nello spazio di uno spot di pochi secondi una informazione esauriente ed emozionante.
Tenendo come faro le parole di Papa Francesco, il Centro Responsabilità Sociale San Bernardino patrocina due giornate di convegno in cui si affronteranno diverse tematiche correlate alla nutrizione. Nella giornata prevista in maggio, ci si concentrerà in particolare sul tema “nutrizione e povertà” con l’intervento delle istituzioni che intervengono in forma decisiva in aiuto dei più sfortunati, coniugando carità con organizzazione e logistica efficaci ed efficienti, dimostrando che la vera responsabilità sociale richiede un impegno professionale strutturato e costante.