Durante i venti anni in cui ho presieduto la Fondazione Pubblicità Progresso, ho sperimentato le più diverse tecniche per attirare l’attenzione del pubblico, smentendo lo stereotipo secondo il quale una campagna inizia con uno spot televisivo e prosegue con adattamenti su tutti gli altri mezzi.
Un caso che ha fatto scuola fu la campagna “E allora”, fatta nel 2003 a favore dei disabili, e in cui coinvolsi Lucio Dalla, a cui chiesi di scrivere appositamente una canzone (Per sempre presente) ispirata alle lettere sul dolore di Emanuel Mounier.
Con il suo aiuto e quello del regista di tutti i suoi videoclip (Ambrogio Lo Giudice), ne costruimmo uno che risultò commovente nel modo giusto.
Chi vuole conoscere tutta la storia del progetto, incluso un aneddoto di Lucio che non è stato mai raccontato, può guardare questo video tratto da una delle mie lezioni del Corso di Comunicazione Sociale, che anche quest’anno si è svolto a distanza.
Come spiegato nel corso, la campagna ebbe uno sviluppo multimediale molto articolato, costituendo un esempio di comunicazione integrata nel momento in cui internet stava facendo i primi passi in Italia. Questo il videoclip girato presso la cooperativa Solcoop, presieduta da Lorenzo Crosta.
Qui le pagine e lo spot della campagna.
In un successivo incontro al Quirinale (ci fu un tempo in cui venivamo ricevuti ogni anno), il Presidente Ciampi volle insignire Lucio e me dell’onoreficenza di Grandi Ufficiali al Merito della Repubblica Italiana.
Ma Lucio ci aveva preso gusto, e un po’ di tempo dopo mi coinvolse insieme a due suoi amici gastroenterologi che lui aveva battezzato “gastrautori” in un progetto sociale che consisteva nel promuovere in un modo del tutto inconsueto e divertente lo screening diagnostico del tumore al colon per la Regione Emilia-Romagna.
Una ulteriore dimostrazione del fatto che la comunicazione di pubblica utilità non debba essere per forza seriosa e paternalista, come succede ancora oggi nella maggior parte dei casi.