Tutti voi sarete a conoscenza del nuovo fenomeno Netflix “Squid Game”, la serie coreana più vista nella storia della piattaforma di streaming, presentata al pubblico a metà settembre. Si tratta della storia di alcuni cittadini, in gravi condizioni economiche, che vengono invitati a partecipare ad un gioco in cui devono costantemente sfidarsi per poter vincere un premio milionario. Chi perde queste sfide, però, non viene punito, com’è consuetudine fare, ma viene ucciso, fino a che non vengono eliminati tutti e resta un solo vincitore.
Squid Game è stata vietata ai minori di 14 anni ma moltissimi genitori e insegnanti si sono lamentati del limite d’età, sostenendo che debba essere assolutamente modificato. La serie ha infatti avuto successo anche tra bambini della scuola dell’infanzia, che prontamente hanno replicato i giochi proposti in chiave violenta, con i loro compagni e amici. Il linguaggio ludico è un linguaggio diretto per i bambini, loro lo imitano e facilmente lo dimenticano. Vedere inoltre dei giochi che vengono imposti da adulti verso altri adulti genera nella loro mente una sorta di “tutela” per la quale essi stessi sentono di poter replicare.
Sono state tante le denunce fatte affinché addirittura il programma venga eliminato dalla programmazione Netflix. Una di queste denunce, viene dalla fondazione Carolina in onore di Carolina Picchio – una ragazza di soli 14 anni – prima vittima del cyberbullismo in Italia. I genitori, referenti della Fondazione, hanno richiesto alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza di rimuovere Squid Game dalla piattaforma di streaming, evidenziando come i loro figli avessero attuato dei comportamenti violenti dopo la visione della serie.