Si chiama “Bud Ground Cooler” il frigo sostenibile di Budweiser e Betc Paris, in grado di raffreddare le bevande a 6° senza bisogno di corrente elettrica che si ispira alle pratiche degli antichi egizi e della valle dell’Indo che nell’antichità facevano buchi nel terreno per tenere al fresco gli alimenti.
Questo sistema è stato migliorato dal punti di vista strutturale e – se prima non riusciva a scendere sotto i 15°, ora raggiunge la temperatura di 6°, perfetta per la birra.
Il design del Bud Ground Cooler include una copertura a ombrello, che, non solo rinfresca l’aria, ma permette anche alle persone di riunirsi e socializzare all’ombra.
Babatope Aiku, Sustainability Engineer di Frog, società di innovazione e strategie digitali, spiega in un video di youtube, come tutto ciò è stato possibile: «Abbiamo posizionato 9 vasi cilindrici di terracotta che contengono le bevande a 4 metri di profondità, dove l’aria viene rinfrescata dall’evaporazione. Con i nuovi cilindri in terracotta ultra performanti, abbiamo raddoppiato la circolazione dell’aria aumentando la freschezza. L’aria fresca sotto terra viene raffreddata ancora di più grazie a una corrente d’aria che passa attraverso un albero alto 4,5 metri in un processo noto come effetto Venturi: l’aria fresca dall’alto fluisce semplicemente lungo il tubo direttamente nel terreno. Il Bud Cooler è sostenibile e raffredda fino a 300 bevande sotto i 6 gradi. Ci sono stati molti tentativi di ammodernare il sistema, ma questo è l’unico che funziona sotto i 6°C senza bisogno di elettricità. “
Tim Moerman, Sustainability & ESG Director di Budweiser aggiunge “Invece di investire in media tradizionali come cartelloni pubblicitari, abbiamo utilizzato questi soldi per installare questi sistemi di raffreddamento brandizzati presso le attività commerciali locali, promuovendo il nostro marchio in modo utile per le comunità. Si tratta di un sistema innovativo e completamente autonomo. Ecco perché Budweiser sta installando il Bud Cooler nelle regioni più remote del Marocco e prossimamente in altri paesi, come la Turchia, che ha già aderito all’iniziativa»